Scrittore e drammaturgo russo. La sua opera più importante è
Il
teatro nella vita che risale al 1913-1917; in questo interessante lavoro ha
voluto esporre le sue audaci teorie psicologico-simboliche basate sulla
convinzione che l'uomo - e come l'uomo anche gli altri esseri viventi - non fa
che "recitare" nella sua vita di ogni giorno. Quindi la "teatralità",
secondo
E., è un elemento innato che fa parte dell'istinto. I suoi
lavori teatrali di maggior risonanza sono:
ll bel despota (1906);
La
presentazione dell'amore (1909);
La gaia morte (1909);
Tra le
quinte dell'anima (1912);
Quel che più importa (1921), tutte
tradotte anche in italiano salvo le prime due. Di questi drammi, spesso audaci,
quasi sempre fantastici,
E. curò anche la regia allo scopo di
meglio imporre agli attori le sue concezioni sul teatro. Molto successo ebbe
anche una sua parodia del
Revisore di Gogol. In
Quel che più
importa appare evidente un parallelismo con l'arte relativistica del nostro
Pirandello (Mosca 1879 - Parigi 1953).